Rimini | Carceri sovraffollate e inadeguate, Arlotti e Petitti: Interrogazione alla Cancellieri
“A fronte di una capacità ricettiva di 90 detenuti, ne sono attualmente presenti 175 (ovvero quasi il doppio), con un'alta percentuale di stranieri e persone con dipendenze. E' invece ampiamente sotto la quota necessaria il personale: 109 agenti di polizia penitenziaria su una pianta organica di 149, 5 addetti amministrativi e 5 educatori”. Questo è quanto constatato stamani dai deputati riminesi del Pd Tiziano Arlotti ed Emma Petitti in visita alla casa circondariale di Rimini e a ciò si deve aggiungere che nei mesi estivi le presenze raggiungono quota 300, “con la conseguenza di un ulteriore ammassamento e di rischi di atti di autolesionismo o aggressione al personale”.
“Inadeguate anche le condizioni strutturali del carcere, dove la seconda sezione è stata chiusa in attesa di ristrutturazione, mentre prima sezione (già oggetto di un intervento dell’Asl per la situazione di degrado e le pessime condizioni igienico sanitarie) è aperta a metà e vede detenuti ammassati in celle che necessitano di un profondo risanamento”, rilevano i deputati.
Il carcere di Rimini, insomma, non rappresenta un’eccezione del panorama delle carceri italiane. “La soluzione – dicono Arlotti e Petitti – non è semplicemente realizzare nuove carceri, ma ripensare il sistema delle pene e delle misure alternative alla detenzione, dando inoltre possibilità di studio, di formazione ed effettivo recupero ai detenuti. Riteniamo che sia indispensabile intervenire, per quanto di nostra competenza, per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria e degli psicologi nella casa circondariale di Rimini. Crediamo non più procrastinabile, inoltre, la ristrutturazione non solo della seconda sezione, ma anche della prima, con lo stanziamento delle necessarie risorse”.
E’ per questo che i due presenteranno “un'interrogazione al ministro Cancellieri sui problemi del carcere di Rimini, chiedendo quali provvedimenti urgenti il Governo intenda adottare per riportare il numero dei detenuti entro la capienza regolamentare così da garantire agli stessi condizioni di detenzione conformi al dettato costituzionale, alla legge e ai regolamenti penitenziari”.